Convento dei Domenicani (ex tribunale)

A fianco della chiesa di san Pietro Martire si sviluppa la serie degli ampi, ariosi porticati su colonne di ordine dorico del convento che richiamano l’atmosfera serena e ordinata del Rinascimento. Oggi ospitano il tribunale.
A Vigevano, dall’età viscontea fino al Settecento, la giustizia è amministrata nell’antico palazzo comunale: direttamente dal podestà nella prima epoca e in seguito da un magistrato chiamato pretore. Nel Settecento, a seguito dell’annessione agli stati sabaudi, la competenza sulle cause civili e criminali passa a un prefetto che risiede nei locali dell’ex convento dei Domenicani. Con la dominazione napoleonica, al posto del prefetto, s’insedia un Pretore di I istanza. Col ritorno del potere ai Savoia, nel 1814, torna il Prefetto. Con l’Unità d’Italia s’istituisce il Tribunale civile e penale con autorità su un circondario di 63 comuni. I locali dell’ex convento dei domenicani sono ora gestiti dall’Opera Pia Parroci vecchi che affitta i locali per lo svolgimento dell’attività giudiziaria.
Nei decenni successivi si assiste a vari tentativi di abolizione del tribunale vigevanese o di spostamento in altre città delle attivitò giudiziarie che però sollevano proteste da parte dei Vigevanesi. Negli anni della dittatura del lugubre Ventennio, nei locali del convento s’infilano varie organizzazioni fasciste. Con la caduta del regime, nel convento, s’insedia la Corte di Assise straordinaria con il compito di punire tutti i colpevoli di collaborazione con i nazifascisti. Finalmente, dopo il Referendum Monarchia-Repubblica, sulle targhe degli uffici giudiziari appare l’emblema repubblicano.
L’origine del convento risale alla metà del Trecento quando si limitava ad una semplice casetta capace di ospitare una comunità di 10 frati. Il convento vero e proprio sorge un secolo dopo ed è inaugurato nel 1446. Nel 1645 il convento è raso al suolo dalle truppe francesi ma viene ricostruito entro il 1661. L’uso dei locali diverso dall’attività conventuale ha eliminato buona parte delle primitive decorazioni pittoriche che riportavano ritratti di beati e santi domenicani ma qualcosa ancora rimane, ad esempio alcune lunette affrescate con scene della vita dei frati, sotto le arcate del primo chiostro.
Il convento è stato anche residenza del Beato Matteo Carreri, protettore della città e qui ha trascorso il suo anno di noviziato Antonio Ghislieri, futuro papa Pio V. Nel 1696 entro le sue mura sono convenuti i plenipotenziari dei governi europei per siglare la “Pace di Vigevano”, dopo sei anni di guerre.
Fonte: Wikipedia.it