Chiesa della Madonna della Neve

Oltre ai ben noti edifici e monumenti rinascimentali del Quattro e Cinquecento, Vigevano conserva pregevoli chiese dell’età barocca, forse anche dovute all’infuenza esercitata qui dal  vescovo spagnolo Juan Caramuel. Accanto al ponte sul Naviglio già sorgeva un piccolo edificio di culto, nello stesso luogo dove incontriamo la chiesa attuale che conserva un affresco quattrocentesco dedicato alla Madonna del gatto. La leggenda parla di un tempio romano dedicato a Venere che sorgeva in questo luogo. Il tempio odierno è invece dedicato alla Madonna della neve, come la basilica romana di Santa Maria Maggiore, a ricordo del miracolo della Vergine, quando fece trovare a papa Liborio il colle Esquilino miracolosamente coperto di neve per indicare il luogo in cui costruire la chiesa.

 

L’interno è dominato dallo stile barocco con l’affresco della volta che ospita sfondi architettonici di ampio effetto scenografico. L’altare maggiore, realizzato nel 1728, chiama l’attenzione anche grazie all’elegante decorazione di marmi rossi e neri, che riporta al centro l’icona con la Vergine tra i Santi Rocco e Sebastiano.  Antico e assai pregevole, l’affresco è di scuola lombarda con la Madonna fra san Sebastiano e san Rocco.  Il Cancelliere Simone del Pozzo, che morì ottantenne nel 1570, conferma l’esistenza di questo affresco di valore artistico indubbio. Il bambino gioca col gatto, in braccio alla Madonna che indossa un manto blu a fiorellini, chiuso da un fermaglio. È seduta su un trono di legno a forma di nicchia.  Il pavimento a scacchi bianchi e neri. Sullo sfondo una fascia di colore rosso vivo e sopra il cielo azzurro su cui si stagliano le forme raffinate dei visi.  Alla sua destra San Rocco, col giustacuore giallo e rosso, e la mantellina del pellegrino. A sinistra il bel corpo trafitto dalle frecce di San Sebastiano.
Ricchi di suggestione, sono anche le pregevoli sculture in legno dei reliquiari a busto. Il portale è arricchito da un fregio barocco in marmo rosso di Verona con innesti neri. Sopra una finestra ad arco fiancheggiata da due aperture, la tipica “serliana” frequente nell’architettura del manierismo e anche in età neoclassica. A lato, in contrasto con la semplice linearità della chiesa, si ammira l’elegante campanile barocco con i pilastrini a lato della cella campanaria che reggono putti alati e la ricca guglia cuspidale.
Fonte: Wikipedia.it